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Christiana N.: ogni giorno è un nuovo domani.

23 Settembre 2023
Christiana N.: ogni giorno è un nuovo domani.

“ Avevo 21 anni quando ho scoperto il nome della mia malattia: osteosarcoma.
A 21 anni non immaginavo che avrei indossato una parrucca, che la chemio avrebbe portato via i miei lunghi capelli.

Sono Christiana, ho 23 anni e sono studentessa all’ultimo anno di Dentistry and Dental Prosthodontics, a giugno 2021 ho ricevuto la diagnosi di osteosarcoma al femore prossimale: mi è crollato il mondo addosso e da lì è cambiata tutta la mia vita.
Il dolore che mi ha portato al Pronto Soccorso dell’Istituto Rizzoli non era un’infiammazione muscolare dovuta all’equitazione, i medici l’hanno capito subito che c’era qualcosa che non andava. Quello che pensavo fosse un semplice ingresso in PS si è trasformato in ricovero con un gesso che mi impediva qualsiasi autonomia.

Sono stata ricoverata al Rizzoli per mesi, sola e senza poter vedere nessuno, nemmeno i miei genitori poiché ero già maggiorenne.
Il Covid complicava maggiormente una situazione che mi sembrava irreale: avevo contatti con le persone care solo tramite videochiamata e questo mi ha fatto capire quanto sia importante la vicinanza fisica, per sopportare il percorso di cura. Solo dopo un po’ di tempo mia madre è stata autorizzata a starmi accanto per aiutarmi.

Ho affrontato terapie fortemente debilitanti e poi sono stata operata: l’intervento è riuscito benissimo grazie ai professionisti del Rizzoli ma purtroppo le terapie non avevano dato i risultati sperati.

Sono fortunata: ho potuto soggiornare a Bologna durante il lungo periodo di cure, non posso non pensare a chi non è fortunato come me e deve sobbarcarsi ore di viaggio stando male.

A gennaio 2022 sono tornata finalmente a casa, con una protesi al femore, senza capelli, gonfia: non mi riconoscevo più e ho dovuto imparare a riconoscermi di nuovo, piano piano.
I primi controlli sono andati bene e io cominciavo di nuovo a camminare dopo i lunghi mesi allettata.

L’esito del terzo controllo è una nuova dura prova: il male non se ne è andato, si è preso altro spazio nel mio corpo. Ho affrontato nuovi interventi. Nonostante tutto questo non ho mai interrotto i miei studi, non ho mai mollato, non ho mai lasciato che i pensieri negativi si impossessassero  di me.

Il mio corpo era abitato da qualcosa di estraneo, ma la mia testa rimaneva mia. Non avevo il controllo sul fisico ma lo avevo sulla mia mente. Non potevo e non volevo lasciarmi abbattere, non potevo permettermelo se volevo affrontare quello che mi stava accadendo. Avevo capito una cosa fondamentale: il buon umore, alimentare sempre energie positive, perseguire comunque i propri obiettivi e soprattutto condividere momenti con le persone a cui vogliamo bene erano l’unica via percorribile per non farsi sopraffare dalla malattia.

I miei genitori mi sono sempre stati vicino e mi hanno dato una grande forza; sono volati negli USA per cercare nuove possibili cure; Boston, MIT, Mayo Clinic… la risposta è stata unanime: restate al Rizzoli, è il centro migliore dove curare questo tipo di tumore. Di una cosa sono certa: senza il Rizzoli forse ora non sarei qui.

Quest’estate purtroppo ho dovuto nuovamente riprendere le cure, ma non lascio che questo alteri troppo la mia vita, la settimana è divisa tra cure e università: la mattina sono in reparto e il pomeriggio studio, sono anche membro attivo di gruppi di ricerca. A luglio mi laureerò!

A farmi compagnia durante le 4 ore di viaggio che mi separano dal luogo delle cure all’università, c’è Sandy la mia cagnolina di un anno che è una fonte inesauribile di tenerezza e allegria.

Quando al Rizzoli ho scoperto il progetto “La Terrazza dei Bambini”, ho subito avvertito fortissimo il desiderio di contribuire alla realizzazione di questo meraviglioso e importantissimo spazio.

Con la mia cara amica Alessandra abbiamo quindi pensato di fondare un piccolo brand made in Italy per produrre una collezione di borsette handmade: Knotted BagParte del ricavato delle vendite lo doneremo a sostegno della nascita de“La Terrazza dei Bambini”Knotted ha preso vita ufficialmente a Luglio e mi consente di proiettarmi nel futuro, nonostante le prove difficili che devo affrontare.

La vita è forte, è più forte di tutto: continuare a portare avanti le proprie ambizioni, i propri progetti, credere nei propri sogni, non mollare mai, non diventare lo specchio della propria diagnosi… questa è la medicina più importante per guardare al domani con fiducia.

Ogni giorno è nuovo giorno che riempio di tante cose, sono da sempre una ragazza con tanti interessi e voglia di fare: lo studio, il lavoro, le persone care, il progetto Knotted Bag...

Ogni nuovo giorno è un domani in più. Ed io nel mio domani ci credo, nonostante tutto.”

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