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Medici, botanici e alchimisti. Viaggio tra scienza e arte nelle collezioni del Rizzoli

“Medici, botanici e alchimisti. Viaggio tra scienza e arte nelle collezioni del Rizzoli”: la nuova mostra in allestimento nello spazio museale della Biblioteca dell’Istituto Ortopedico Rizzoli apre domenica 8 ottobre 2023.

La passione per lo studio della natura ha permeato il Rinascimento ispirando innumerevoli ricerche sulle piante e le loro proprietà curative. La mostra nasce nel solco di tali conoscenze e ispirazioni svelandoci la connessione straordinaria tra la Scienza e l’Arte che continua a ispirare e a celebrare la bellezza della natura.

La responsabile delle Biblioteche Scientifiche dell’Istituto Ortopedico Rizzoli Patrizia Tomba e la nota scultrice Mirta Carroli allestiscono un’esposizione che connette Scienza e Arte.

Già negli erbari più antichi troviamo l’Albero della Vita, simbolo di nascita e rinascita con radici in molte culture: tronco, rami, foglie, fiori, frutti, radici, sono stati accuratamente osservati e acquarellati in splendide tavole.

L’artista Mirta Carroli, partendo dal concetto di Leonardo da Vinci “… ha messo la natura la foglia degli ultimi rami di molte piante che sempre la sesta è sopra la prima…”, crea un personale “Albero della Vita” le cui foglie richiamano un prezioso monile a forma di foglia ogivale esposto nella teca centrale dello spazio museale della Biblioteca.

Entrambe le opere dialogano con i preziosi libri della Donazione Putti come il Commentarii, dato alle stampe dal medico Pietro Andrea Mattioli nel 1554: un’enciclopedia farmacologica caratterizzata da magnifiche xilografie a colori in cui sono descritte centinaia di piante e le loro potenzialità.

A concludere la mostra alcune opere con studio dal vero di Remo Scoto (1898-1965), uno dei disegnatori anatomici più apprezzati in Italia.

L’esposizione inaugura domenica 8 ottobre alle ore 17 e a seguire, alle ore 18, nella Sala Vasari, il concerto curato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma.

Sempre domenica 8 ottobre l’Istituto Ortopedico Rizzoli propone visite guidate alla biblioteca cinquecentesca dell’Ospedale, antico luogo di studio dei monaci olivetani, affrescata nel 1677 da Domenico Maria Canuti, allievo di Guido Reni. La Biblioteca conserva una delle più rare e complete collezioni librarie esistenti in campo ortopedico. L’evento cade nella seconda giornata nazionale degli Ospedali Storici Italiani organizzata da ACOSI (Associazione Culturale Ospedale Storici Italiani).
Visite guidate gratuite: ore 15, 15.30, 16 e 16.30 per gruppi di massimo 15 persone a turno. Per info e prenotazioni biblioteca@ior.it

Occasioni davvero imperdibili per conoscere l’importante patrimonio artistico dell’Istituto!

Appartiene a questo patrimonio anche il giardino all’italiana, ora in disuso, voluto dal Professor Putti che trasformò quello che era uno spazio riservato ai soli pazienti in un giardino in stile rinascimentale facendo costruire eleganti aiuole, una balaustra in pietra, una scalinata, una fontana circolare e alcune panchine.

La Fondazione è impegnata nel progetto di ripristino del giardino all’italiana dell’Ospedale: un passo importante per restituire l’eleganza e la bellezza del luogo rendendolo fruibile a pazienti e visitatori.

Laboratorio fotografico: un nuovo spazio museale.

Il progetto Rizzoli su Misura dell‘Istituto Ortopedico Rizzoli prevede la realizzazione, nello spazio che un tempo era dedicato al Laboratorio fotografico, di un 3D Lab con postazioni e stampanti 3d di ultima generazione.

Ma non è tutto: uno spazio museale aperto al pubblico verrà presto realizzato a fianco di questo laboratorio altamente tecnologico: spazio che vuole raccontare l’affascinante storia di come, dalle prime radiografie diagnostiche e fotografie della fine del 1800 si sia arrivati oggi a progettare elementi ad hoc per ogni paziente; di come gli strumenti di analisi utilizzati solo un secolo fa, che oggi appaiono oggetti antichissimi, siano in realtà gli antenati delle tecnologie 3D che permetteranno al Rizzoli di essere sempre luogo d’eccellenza e all’avanguardia nella diagnosi e cura.

L’Istituto Rizzoli, oltre al suo importante patrimonio storico-artistico rappresentato dal complesso architettonico dell’ex Convento di San Michele in Bosco e dalle opere Seicentesche in esso presenti, vanta anche un ricco patrimonio storico-scientifico che racconta la sua storia e il progresso medico nel campo dell’ortopedia. 

Questo patrimonio, situato nei depositi dell’ospedale, ha raccolto nel corso degli anni migliaia di negativi fotografici in vetro datati dal 1896 al 1970, pellicole 16mm dagli anni ’70 agli anni ’90 e strumenti d’epoca utilizzati per l’analisi delle radiografie. Inoltre è presente una collezione di scheletri e parti anatomiche affette da patologie ortopediche che raccontano sia la storia dell’Istituto Rizzoli che il progresso medico-scientifico nel corso del tempo.

Fino ad ora, questi preziosi oggetti sono rimasti inaccessibili al pubblico, ma presto avranno uno spazio espositivo proprio negli antichi locali del laboratorio fotografico, adiacenti al 3D Lab. Questo spazio espositivo sarà un luogo in cui la storia dell’Istituto Rizzoli e i progressi nella ricerca e nel trattamento delle patologie ortopediche potranno essere rivelati e condivisi con il pubblico.

Attraverso la mostra di negativi fotografici, pellicole, strumenti d’epoca e parti anatomiche, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi nella storia dell’Istituto Rizzoli e scoprire come sia diventato uno dei migliori istituti ortopedici al mondo. 

L’apertura di questo spazio espositivo a supporto del 3D Lab rappresenterà un punto di incontro tra la storia e la medicina, offrendo una prospettiva unica sulle scoperte e le innovazioni nel campo dell’ortopedia nel corso dei secoli, oltre che  un’occasione per valorizzare il patrimonio storico-scientifico dell’Istituto Rizzoli e renderlo accessibile a un pubblico più ampio. Sarà un luogo di scoperta e apprendimento non solo per i pazienti e i professionisti sanitari, ma anche per gli appassionati di storia, gli studenti e il pubblico in generale.

Francesco Rizzoli, il “chirurgo filantropo”

Nel 1879 un anziano chirurgo, ormai prossimo alla morte, acquista l’ex convento di San Michele in Bosco, per creare un sofisticato stabilimento ortopedico da donare Bologna, città che tanti anni prima lo aveva accolto.

Un uomo solitario e parsimonioso dedito al miglioramento sociale e scientifico della sua professione, il cui contributo alla costituzione dell’Ortopedia moderna è enorme: l’ortopedia assume nel corso della sua vita un valore particolarmente rilevante, famose le sue operazioni, veloci e meticolose, in un momento storico nel quale la sterilizzazione e l’anestesia  erano solo ai loro albori. 

Molti avranno intuito di chi stiamo parlando: Francesco Rizzoli.

Conosciamo assieme la figura di quest’uomo a cui dobbiamo la nascita dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, oggi tra i più rinomati al mondo.

Francesco Rizzoli nasce a Milano nel 1809 in una famiglia di umile origine.
Il padre, luogotenente di Gioacchino Murat,viene ucciso in un agguato brigantesco e Francesco, ancora bambino, con la sorella Teresa, deve trasferirsi a Bologna sotto la tutela dello zio paterno.

Nonostante le  precarie condizioni economiche, che lasciano un segno in lui tanto da vivere per tutta la vita con una  parsimonia quasi ossessiva, il giovane riesce a  laurearsi sia in Medicina, nel 1829, sia in Chirurgia, nel 1831 per poi subito iniziare un’intensa attività accademica e ospedaliera che parte al “Pio ospedale del Ss. Salvatore” dove sarà primario  fino al 1855, e che lo porta nel 1840 ad ottenere la cattedra di “Chirurgia teorica e ostetrica”.

Dal 1842 è membro del “Collegio medico-chirurgico” ove insegna alle levatrici  la disciplina ostetrica, che proprio a Bologna tra Sette e Ottocento era entrata nei programmi di insegnamento. 

Nel 1855 ricopre la cattedra di “Clinica chirurgica” e assume nello stesso anno la direzione della “Clinica chirurgica universitaria”, ai tempi nell’Ospedale Azzolini nei pressi dell’Università.

Già dal 1852 è presidente della  Società medico-chirurgica di Bologna, ruolo che ricopre sino alla morte.

Dimostra prontezza e abilità gestionale decidendo di accogliere, nei distretti distaccati del suo nosocomio, l’esubero dei malati di colera del 1855: decisione che gli fa ottenere il diploma di aggregazione alla nobiltà bolognese.

L’ascesa pubblica e politica di Rizzoli lo porta, con l’arrivo dei Savoiardi, a divenire medico consulente della Real Casa e ad aiutare, assieme ad altri medici lo stesso Garibaldi a guarire dalla sua ferita e ad evitargli l’amputazione della famosa gamba (1862).

Nonostante gli importanti contributi scientifici e dirigenziali (tra cui la sovrintendenza degli ospedali cittadini) e la fama raggiunta, Rizzoli viene aspramente contrastato dal  ministero della Pubblica Istruzione che, ricevute le sue continue rimostranze sulla situazione degli ospedali Azzolini, decide di collocarlo a riposo allontanandolo, nel 1865, dall’insegnamento.

L’ospedale Azzolini, sorto alla fine del Seicento ed ammodernato solo parzialmente nel 1808, aveva da subito mostrato al medico le difficoltà logistiche e igieniche, motivo di disaccordo appunto con il ministero.

Nonostante la messa a riposo, dedito totalmente al suo lavoro, diventa primario di Chirurgia al nuovo  “Ospedale Maggiore”, che nel 1857 aveva radunato i centrali e antiquati “Ospedali della Vita e della Morte” e numerose strutture mediche religiose in una più moderna e decentrata struttura sanitaria.

Nel 1868 l’Università gli conferisce il titolo di professore emerito dando finalmente ragione alle sue lamentele sull’Ospedale Azzolini, che l’anno seguente viene definitivamente chiuso, una volta trasferite le cliniche accanto a quelle già esistenti nell’Ospedale di S. Orsola, tutt’oggi policlinico universitario. Severo e rigoroso, Rizzoli rifiuta di tornare all’insegnamento.

Spinto dalla passione e dalla vastissima esperienza, Rizzoli è in prima linea con la giunta comunale Cassarini  per organizzare un sistema democratico di istruzione pubblica e un innovativo servizio medico domiciliare che viene istituito un anno dopo la sua morte.

Nonostante la fama, la ricchezza e le moltissime cariche istituzionali, mantiene il riserbo di un uomo votato alla professione, celibe e parsimonioso, tanto da accumulare un enorme patrimonio, anche immobiliare. Nel suo palazzo su Strada Maggiore, ospita Giosuè Carducci, suo contraltare umanistico della riscossa universitaria della seconda metà dell’Ottocento.

Francesco Rizzoli appartiene alla folta famiglia dell’Alma Mater Studiorum, i cui esponenti di spicco, come Ulisse Aldrovandi, lasciano per testamento doni ed eredità a beneficio della città e dell’università stessa. 
Grazie a Francesco Rizzoli, chirurgo e  filantropo, l’ortopedia, già prevista da Ippocrate ma reintrodotta negli insegnamenti universitari solo negli anni ’40 dell’Ottocento, può  avvalersi di un nuovo sistema ospedaliero, specialistico e attento alla degenza e alla riabilitazione: l’isolato complesso di San Michele in Bosco, inaugurato nel 1896 come Istituto Ortopedico Rizzoli, diventa da subito eccellenza internazionale della chirurgia ortopedica e traumatologica, tutt’oggi supportata dalle sperimentazioni e dalle professionalità universitarie.