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Tag: #rizzolisumisura

L’Officina Ortopedica Rizzoli

Una storia che parte da lontano, una storia che possiamo raccontarvi grazie alla visione innovativa che da subito si afferma al Rizzoli e che trova nel professor Pietro Panzeri, direttore all’Istituto Ortopedico Rizzoli nel periodo 1896-1898, prima di Alessandro Codivilla, un attento interprete: grazie alla sua determinazione e lungimiranza nasce l’Officina Ortopedica

Il professor Panzeri riteneva fondamentale dotare l’Istituto di un’officina interna e un meccanico ortopedico per poter costruire apparecchi fatti sullo stesso corpo del paziente, adattandoli e commisurandoli ai suoi difetti e ai bisogno della cura: apparecchi su misura.

L’Officina trova posto nei sotterranei nell’angolo nord-est dell’Istituto e viene fornita delle macchine e degli strumenti necessari alla perfetta costruzione degli apparecchi; la direzione temporanea, a partire dal primo gennaio 1898, viene affidata alla ditta Lollini, operante a Bologna dal 1836, che godeva di buona fama in Italia e all’estero nel settore della strumentazione medico-chirurgica. L’Officina diventa operativa nel gennaio del 1901 quando Alessandro Codivilla, già direttore del nosocomio dal 1899, decide di affidarne definitivamente l’appalto ad Augusto Lollini, il più giovane dei titolari. Nel 1907 si ampliano i locali dell’officina per consentire le lavorazioni di calzoleria, della corameria e della celluloide.

Nel 1910 l’Officina è composta da 8 meccanici, un sellaio, un calzolaio, un tecnico, due arrotini, una bustaia e due impiegati: il successo riscontrato e la mole aumentata di lavoro necessitano di spazi più ampi e vengono quindi messi a disposizione quattro locali sotterranei e tre al piano terra. Le lavorazioni più pericolose erano effettuate in locali idonei, separati dagli altri. Si acquistano i macchinari per la lavorazione dei materiali grezzi per poter seguire tutto il processo di lavorazione, fino ad ottenere lo strumento finito. Il lavoro è così preciso e coordinato che si avvia un primo tentativo di industrializzazione: per le operazioni più semplici la manodopera meno qualificata viene sostituita da macchine apposite. L’Officina è così in grado di produrre anche mobilio per sale operatorie, macchinari per chinesiterapia, ferri chirurgici e autoclavi.

L’Officina risulta sempre più fondamentale per poter realizzare con comodità e velocità le prove degli apparecchi: i medici possono seguirne la realizzazione commisurandoli ai problemi del malato ed alle cure relative.

Nel 1915 l’Officina passa in gestione totale all’Istituto Rizzoli: con l’entrata in guerra dell’Italia Vittorio Putti, che nel frattempo era diventato direttore unico, intuisce la necessità di riorganizzare e potenziare l’attività produttiva in quanto l’arrivo dei militari feriti al fronte rende necessario un forte cambiamento. Putti decide di sciogliere il contratto con Lollini dando corso a un’officina ortopedica direttamente controllata dal direttore dell’Istituto.

Durante tutta la guerra l’Istituto Ortopedico Rizzoli si adopera in ogni modo per poter ospitare i feriti e i mutilati che giungono numerosi dal fronte. Tutti gli spazi disponibili, compresi la biblioteca e l’ex refettorio dei monaci, vengono trasformati in sale di degenza. 

L’ Officina assume un ruolo importantissimo e qui vengono costruiti gli arti artificiali di migliaia di mutilati: manufatti razionali e funzionali, ma anche validi esteticamente, grazie all’opera di Augusto Fusaroli, valente artigiano, al quale si devono anche la biblioteca e lo studio di Putti (1924-1925).

La produzione dell’Officina assume un respiro internazionale ed ha più volte occasione di confrontarsi con industrie sanitarie nazionali ed estere: nel 1917 partecipa alla prima Esposizione Nazionale delle Protesi a Bologna e a quelle annesse alle Conferenze Interalleate Sanitarie di Parigi (1917), Londra (1918), Roma (1919), dove si distingue sempre per il valore delle sue lavorazioni.

Il Ministero della Guerra e l’Opera Nazionale Invalidi di Guerra (ONIG) le attribuiscono il titolo di “Officina Nazionale di Protesi”: dall’inizio delle ostilità a tutto il 1920 vengono prodotti 8500 apparecchi di protesi, 6100 calzature, 2200 apparecchi ortopedici.

Superata l’emergenza bellica si cerca di migliorare l’organizzazione dell’Istituto decentrando alcuni dei servizi all’esterno: le officine vengono trasferite in Via Panoramica, oggi Via Codivilla, in una sede più spaziosa e funzionale. Nascono poi alcune filiali in Italia: Genova nel 1921, Bari nel 1922, Trieste nel 1923. Nel tempo si è arrivati a coprire l’intero territorio nazionale

Da una piccola officina nei sotterranei alla stampa in 3D: con orgoglio possiamo dire che l’Istituto Ortopedico Rizzoli è stato pioniere nel campo delle protesi e della loro personalizzazione, diventando leader nell’innovazione delle cure su misura.

Rizzoli su misura: 3D Lab

Innovazione in Ortopedia. Medicina personalizzata. Impianti su misura. Custom-made. 3D printing. Team working. Queste le parole chiave alla base del progetto 3D Lab, all’interno del più ampio “Rizzoli su Misura”. A raccontarci questo importante progetto è l’ingegner Alberto Leardini, direttore del Laboratorio di Analisi del movimento e valutazione funzionale protesi

Il progetto 3D Lab nato all’interno dell’Istituto Ortopedico Rizzoli rappresenta un’innovazione significativa nel campo della medicina personalizzata e degli impianti su misura. L’Istituto, da tempo, si occupa con grande competenza di pazienti che necessitano di cure personalizzate, grazie all’esperienza di esperti clinici e ricercatori specializzati nel campo del custom made.

L’obiettivo principale del nostro Istituto è creare un laboratorio 3D centralizzato che funga da punto di riferimento per i chirurghi e permetta la condivisione di tecnologie e competenze tra i professionisti. Inoltre, l’obiettivo è di creare un archivio storico di casi clinici significativi per migliorare costantemente la cura personalizzata del paziente e formare le nuove generazioni di chirurghi ed ingegneri.

La progettazione su misura offre numerosi vantaggi e i prodotti del 3D Lab trovano ampio campo di applicazione nella chirurgia ortopedica, inclusa quella oncologica, la pediatrica, la ricostruttiva e recentemente anche la chirurgia elettiva di particolare complessità. La stampa 3D consente la produzione di replica esatta dell’area anatomica di interesse, i biomodelli, a partire da immagini avanzate come la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, e software di ricostruzione 3D. I nostri ortopedici, supportati da ingegneri e tecnici specializzati, possono studiare e progettare dispositivi personalizzati, come impianti, placche, innesti o guide di taglio, con estrema precisione. I materiali utilizzati per la stampa 3D sono polimeri plastici o resine per la produzione di prototipi, mentre gli impianti finali sono realizzati in titanio o cromo-cobalto.

La progettazione personalizzata degli impianti in ortopedia è strategica poiché permette di ridurre i tempi chirurgici, migliorare i risultati clinici, diminuire la riabilitazione e i fallimenti, nonché limitare i costi complessivi.”

L’area identificata per il 3D Lab sarà l’ex archivio fotografico dell’ospedale, sarà dotata di computer ad alte prestazioni e stampanti con diverse tecnologie e materiali. Quest’area servirà come centro di analisi delle immagini, modellazione anatomica, progettazione e stampa di prototipi. Inoltre, ospiterà spazi per la formazione, l’archivio dei casi clinici e il materiale didattico e storico.

Il 3D Lab non solo favorirà una maggiore sinergia tra i professionisti nell’assistenza ai pazienti, ma sarà aperto anche ai pazienti stessi, agli studenti, alle istituzioni e alle aziende per apprendere e discutere le attività di progettazione personalizzata. I medici e gli operatori sanitari potranno comunicare direttamente con i ricercatori e i tecnici per lo sviluppo ottimale delle tecniche e dei dispositivi, favorendo ulteriori miglioramenti nella progettazione e nella realizzazione di impianti personalizzati.

Il centro di progettazione personalizzata avrà sede presso il Rizzoli di Bologna, ma potrà servire anche le altre sedi del Rizzoli a Bagheria, Bentivoglio e Argenta tramite servizi digitali a distanza.

In futuro sarà valutata anche la possibilità di ampliare ad altre strutture questo prezioso servizio.