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Tag: #rizzolisumisura

La straordinaria storia di Giulia: la forza di affrontare l’esame di maturità in reparto.

Il 28 giugno 2024 Giulia, una studentessa di 18 anni di Cassino, ha sostenuto il suo esame di maturità dal letto dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Questo straordinario traguardo è stato reso possibile grazie alla scuola in ospedale e ci racconta una storia che sottolinea l’importanza di realizzare cure a misure a 360 gradi: un impegno che la Fondazione Rizzoli porta aventi ogni giorno. 

Giulia vive a Cassino e frequenta l’ultimo anno delle superiori. Un grave incidente in motorino, due anni fa, ha cambiato radicalmente la sua vita costringendola a lunghi periodi di ricovero e a numerosi interventi chirurgici.

Durante i periodi di degenza Giulia ha continuato il suo percorso educativo grazie alla scuola in ospedale –  che consente ai pazienti più piccoli di mantenere continuità con gli studi e i legami con amiche e compagni – e ha garantito a Giulia di rimanere al passo con i suoi studi.

A giugno un nuovo ricovero ha reso necessario svolgere l’esame di Stato “fuori sede”: la scuola ha prontamente organizzato tutte le procedure necessarie per consentire a Giulia di sostenere gli esami in tempo reale, proprio come i suoi compagni!

La storia di Giulia mette in luce l’importanza del supporto educativo durante la degenza ospedaliera. La Fondazione Rizzoli è fortemente impegnata in questo con il progetto “La Terrazza dei Bambini”: un luogo dedicato in particolare ai piccoli pazienti e alle loro famiglie che offrirà ambienti studiati per attività educative e ricreative

Siamo orgogliosi di sostenere progetti che garantiscono un’educazione continua e di qualità ai giovani pazienti!

Rizzoli su misura – 3D Lab

 Eccoci al taglio del nastro!

Inaugurato il 23 maggio 2024 “Rizzoli su misura”, un nuovo laboratorio all’avanguardia dedicato alla progettazione e stampa 3D di protesi e prototipi personalizzati, realizzato grazie al supporto della Fondazione Rizzoli e alla generosità di un gruppo di benefattori guidato da Giovanni Domenichini. Questo nuovo spazio presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli permetterà a ingegneri e chirurghi di collaborare per creare dispositivi medici su misura per interventi di chirurgia correttiva e ricostruttiva.

I benefici per i pazienti sono innumerevoli: riduzione dei tempi chirurgici, minore esposizione all’anestesia, recupero più rapido e soluzioni personalizzate per casi complessi.
Utilizzando dati diagnostici come TC e risonanza magnetica, si progettano protesi perfettamente adatte alle esigenze individuali, garantendo un posizionamento anatomico ideale e simulandone il funzionamento in movimento.

Con una consolidata esperienza in protesi 3D, il Rizzoli continua a innovare per rendere le cure personalizzate sempre più accessibili.

Operativa la nuova Tac intraoperatoria l’ortopedia vertebrale e oncologica.

È operativa da qualche settimana la sofisticata TAC intraoperatoria donata da un generoso benefattore
Un sistema di diagnostica per immagini utilizzabile in sala operatoria che consente di fotografare la situazione in tempo reale limitando l’esposizione ai raggi X per i chirurghi e il paziente, permettendo di realizzare una vasta gamma di procedure complesse ottimizzando i risultati clinici.

Si tratta di un sistema di imaging intraoperatorio abbinato a un sistema di chirurgia computer assistita che incrementa l’accuratezza dell’intervento chirurgico, fornisce immagini intraoperatorie in tempi più rapidi e con minor rischio di contaminazione del campo e la riduzione dell’esposizione a raggi X per pazienti e operatori.

La Tac in funzione.

La Tac intraoperatoria è destinata all’utilizzo nell’ambito della chirurgia vertebrale, diretta dal prof. Alessandro Gasbarrini, e degli interventi di natura oncologica eseguiti dalle altre strutture dell’Istituto Ortopedico Rizzoli.

Sostieni assieme a noi la ricerca scientifica per migliorare le cure e il benessere dei pazienti! Scopri tutti i nostri progetti: clicca qui!

Il nostro grazie a Leonardo e Glenda

Il nostro grazie a Leonardo e Glenda, sposi dal cuore generoso.

Leonardo è un giovane uomo di 31 anni pieno di vita e travolge con la sua energia: pratica tantissimi sport, ha tantissimi amici con cui ama fare cene casalinghe o andare al cinema.
Accanto a lui c’è Glenda, si sono sposati meno di un mese fa e si conoscono dal liceo: da come si guardano si capisce quanto amore c’è tra loro.

Il giorno del proprio matrimonio è un giorno speciale: Leonardo e Glenda sono stati d’accordo fin da subito nel voler rendere il loro matrimonio un giorno ancora più speciale con una piccola donazione a chi aiuta gli altri: nel giorno più bello della loro vita hanno scelto le bomboniere solidali dell’Istituto Rizzoli: la loro donazione andrà a supportare il progetto “La Terrazza dei Bambini”.

Leonardo è stato un piccolo paziente dell’ortopedia pediatrica e ci dice: “Sapere che un bambino potrà passare anche solo un’ora spensierata grazie al nostro aiuto, rende questo giorno ancora più bello.”

Leonardo è nato con una malformazione che impediva una normale deambulazione. Preso in cura dall’equipe della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica, figure che hanno un posto di rilievo nel suo cuore, affronta più operazioni e per 5 anni porta il fissatore di Ilizarov. “Me lo ricordo benissimo: giocava a calcio con le stampelle! Niente lo ha mai fermato!” E’ Glenda a raccontarci come Leonardo non abbia pensato per un attimo a farsi abbattere e proprio lei gli ha proposto di realizzare le bomboniere solidali per l’Istituto Rizzoli. Le bomboniere, che hanno creato loro stessi con amore, sono bellissime e ne sono molto orgogliosi, a chiuderle un piccolo anello prodotto da Leonardo con la sua stampante 3D: è diventato ingegnere meccanico e crea tutto quello che può con la sua stampante.

Mentre ci salutiamo suona il campanello: sono gli amici, stasera si va tutti al cinema! Domani Leonardo gioca a paddle, dopodomani c’è il tiro con l’arco, e poi il tennis…

Grazie Leonardo e Glenda!

L’Officina Ortopedica Rizzoli

Una storia che parte da lontano, una storia che possiamo raccontarvi grazie alla visione innovativa che da subito si afferma al Rizzoli e che trova nel professor Pietro Panzeri, direttore all’Istituto Ortopedico Rizzoli nel periodo 1896-1898, prima di Alessandro Codivilla, un attento interprete: grazie alla sua determinazione e lungimiranza nasce l’Officina Ortopedica

Il professor Panzeri riteneva fondamentale dotare l’Istituto di un’officina interna e un meccanico ortopedico per poter costruire apparecchi fatti sullo stesso corpo del paziente, adattandoli e commisurandoli ai suoi difetti e ai bisogno della cura: apparecchi su misura.

L’Officina trova posto nei sotterranei nell’angolo nord-est dell’Istituto e viene fornita delle macchine e degli strumenti necessari alla perfetta costruzione degli apparecchi; la direzione temporanea, a partire dal primo gennaio 1898, viene affidata alla ditta Lollini, operante a Bologna dal 1836, che godeva di buona fama in Italia e all’estero nel settore della strumentazione medico-chirurgica. L’Officina diventa operativa nel gennaio del 1901 quando Alessandro Codivilla, già direttore del nosocomio dal 1899, decide di affidarne definitivamente l’appalto ad Augusto Lollini, il più giovane dei titolari. Nel 1907 si ampliano i locali dell’officina per consentire le lavorazioni di calzoleria, della corameria e della celluloide.

Nel 1910 l’Officina è composta da 8 meccanici, un sellaio, un calzolaio, un tecnico, due arrotini, una bustaia e due impiegati: il successo riscontrato e la mole aumentata di lavoro necessitano di spazi più ampi e vengono quindi messi a disposizione quattro locali sotterranei e tre al piano terra. Le lavorazioni più pericolose erano effettuate in locali idonei, separati dagli altri. Si acquistano i macchinari per la lavorazione dei materiali grezzi per poter seguire tutto il processo di lavorazione, fino ad ottenere lo strumento finito. Il lavoro è così preciso e coordinato che si avvia un primo tentativo di industrializzazione: per le operazioni più semplici la manodopera meno qualificata viene sostituita da macchine apposite. L’Officina è così in grado di produrre anche mobilio per sale operatorie, macchinari per chinesiterapia, ferri chirurgici e autoclavi.

L’Officina risulta sempre più fondamentale per poter realizzare con comodità e velocità le prove degli apparecchi: i medici possono seguirne la realizzazione commisurandoli ai problemi del malato ed alle cure relative.

Nel 1915 l’Officina passa in gestione totale all’Istituto Rizzoli: con l’entrata in guerra dell’Italia Vittorio Putti, che nel frattempo era diventato direttore unico, intuisce la necessità di riorganizzare e potenziare l’attività produttiva in quanto l’arrivo dei militari feriti al fronte rende necessario un forte cambiamento. Putti decide di sciogliere il contratto con Lollini dando corso a un’officina ortopedica direttamente controllata dal direttore dell’Istituto.

Durante tutta la guerra l’Istituto Ortopedico Rizzoli si adopera in ogni modo per poter ospitare i feriti e i mutilati che giungono numerosi dal fronte. Tutti gli spazi disponibili, compresi la biblioteca e l’ex refettorio dei monaci, vengono trasformati in sale di degenza. 

L’ Officina assume un ruolo importantissimo e qui vengono costruiti gli arti artificiali di migliaia di mutilati: manufatti razionali e funzionali, ma anche validi esteticamente, grazie all’opera di Augusto Fusaroli, valente artigiano, al quale si devono anche la biblioteca e lo studio di Putti (1924-1925).

La produzione dell’Officina assume un respiro internazionale ed ha più volte occasione di confrontarsi con industrie sanitarie nazionali ed estere: nel 1917 partecipa alla prima Esposizione Nazionale delle Protesi a Bologna e a quelle annesse alle Conferenze Interalleate Sanitarie di Parigi (1917), Londra (1918), Roma (1919), dove si distingue sempre per il valore delle sue lavorazioni.

Il Ministero della Guerra e l’Opera Nazionale Invalidi di Guerra (ONIG) le attribuiscono il titolo di “Officina Nazionale di Protesi”: dall’inizio delle ostilità a tutto il 1920 vengono prodotti 8500 apparecchi di protesi, 6100 calzature, 2200 apparecchi ortopedici.

Superata l’emergenza bellica si cerca di migliorare l’organizzazione dell’Istituto decentrando alcuni dei servizi all’esterno: le officine vengono trasferite in Via Panoramica, oggi Via Codivilla, in una sede più spaziosa e funzionale. Nascono poi alcune filiali in Italia: Genova nel 1921, Bari nel 1922, Trieste nel 1923. Nel tempo si è arrivati a coprire l’intero territorio nazionale

Da una piccola officina nei sotterranei alla stampa in 3D: con orgoglio possiamo dire che l’Istituto Ortopedico Rizzoli è stato pioniere nel campo delle protesi e della loro personalizzazione, diventando leader nell’innovazione delle cure su misura.

Rizzoli su misura: 3D Lab

Innovazione in Ortopedia. Medicina personalizzata. Impianti su misura. Custom-made. 3D printing. Team working. Queste le parole chiave alla base del progetto 3D Lab, all’interno del più ampio “Rizzoli su Misura”. A raccontarci questo importante progetto è l’ingegner Alberto Leardini, direttore del Laboratorio di Analisi del movimento e valutazione funzionale protesi

Il progetto 3D Lab nato all’interno dell’Istituto Ortopedico Rizzoli rappresenta un’innovazione significativa nel campo della medicina personalizzata e degli impianti su misura. L’Istituto, da tempo, si occupa con grande competenza di pazienti che necessitano di cure personalizzate, grazie all’esperienza di esperti clinici e ricercatori specializzati nel campo del custom made.

L’obiettivo principale del nostro Istituto è creare un laboratorio 3D centralizzato che funga da punto di riferimento per i chirurghi e permetta la condivisione di tecnologie e competenze tra i professionisti. Inoltre, l’obiettivo è di creare un archivio storico di casi clinici significativi per migliorare costantemente la cura personalizzata del paziente e formare le nuove generazioni di chirurghi ed ingegneri.

La progettazione su misura offre numerosi vantaggi e i prodotti del 3D Lab trovano ampio campo di applicazione nella chirurgia ortopedica, inclusa quella oncologica, la pediatrica, la ricostruttiva e recentemente anche la chirurgia elettiva di particolare complessità. La stampa 3D consente la produzione di replica esatta dell’area anatomica di interesse, i biomodelli, a partire da immagini avanzate come la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, e software di ricostruzione 3D. I nostri ortopedici, supportati da ingegneri e tecnici specializzati, possono studiare e progettare dispositivi personalizzati, come impianti, placche, innesti o guide di taglio, con estrema precisione. I materiali utilizzati per la stampa 3D sono polimeri plastici o resine per la produzione di prototipi, mentre gli impianti finali sono realizzati in titanio o cromo-cobalto.

La progettazione personalizzata degli impianti in ortopedia è strategica poiché permette di ridurre i tempi chirurgici, migliorare i risultati clinici, diminuire la riabilitazione e i fallimenti, nonché limitare i costi complessivi.”

L’area identificata per il 3D Lab sarà l’ex archivio fotografico dell’ospedale, sarà dotata di computer ad alte prestazioni e stampanti con diverse tecnologie e materiali. Quest’area servirà come centro di analisi delle immagini, modellazione anatomica, progettazione e stampa di prototipi. Inoltre, ospiterà spazi per la formazione, l’archivio dei casi clinici e il materiale didattico e storico.

Il 3D Lab non solo favorirà una maggiore sinergia tra i professionisti nell’assistenza ai pazienti, ma sarà aperto anche ai pazienti stessi, agli studenti, alle istituzioni e alle aziende per apprendere e discutere le attività di progettazione personalizzata. I medici e gli operatori sanitari potranno comunicare direttamente con i ricercatori e i tecnici per lo sviluppo ottimale delle tecniche e dei dispositivi, favorendo ulteriori miglioramenti nella progettazione e nella realizzazione di impianti personalizzati.

Il centro di progettazione personalizzata avrà sede presso il Rizzoli di Bologna, ma potrà servire anche le altre sedi del Rizzoli a Bagheria, Bentivoglio e Argenta tramite servizi digitali a distanza.

In futuro sarà valutata anche la possibilità di ampliare ad altre strutture questo prezioso servizio.